Guardando indietro, agli anni del liceo, ricordo i pomeriggi passati a studiare matematica e sinceramente sono ricordi sereni. Forse poichè quei pomeriggi erano veramente pochi oppure perché la mia memoria si è già arrugginita, ma nonostante non abbia avuto grandi risultati, la matematica non è mai stata un problema.
Durante il triennio ho avuto una professoressa molto particolare; tante volte mi è capitato di arrabbiarmi con lei per il suo atteggiamento nei nostri confronti, ma nonostante questo ha sempre avuto la mia stima sia come professoressa che come persona. È triste pensare ad una persona che cerca di insegnare una materia come la matematica a persone che al massimo si imparano a memoria le formule. Le auguro davvero che un giorno possa avere allievi che siano degni di una sua lezione prima che perda ogni fiducia nel suo mestiere.
Ricordo che ogni anno mi dicevo: seguirò le lezioni e cercherò di tenermi in pari..alla fine il giorno prima del compito eravamo tutti a casa di Pietro a studiare tutto il programma in un pomeriggio.
Geometria è sicuramente la branca della matematica che ho sempre preferito, pochi calcoli, poche formule e tanto ragionamento, ma soprattutto perché riusciva ad alzarmi un po’ la media!
Una parola la vorrei spendere per l’esperienza che ho vissuto quest’anno con la matematica. Ho frequentato i precorsi propedeutici per il corso di fisica. Qui ho incontrato una persona veramente particolare. Forse il programma che ha seguito non era molto utile per i fini del corso, ma certamente appropiato per giovani studenti che hanno intezione di diventare futuri medici. Una mattina a dieci minuti alla fine di una lezione inziò una digressione su cosa significhi il concetto di “limite”. Non ho intezione di parlarne ora, per poter spiegare un concetto del genere non basterebbe di certo un post. Ha avuto la faccia tosta di offendere pesantemente tutti quegli studenti che aspirano a diventare medici solo perchè il padre (dottore o dentista) gli avrebbe certamente procurato un posto sicuro e molto remunerativo. Ha spiegato cosa vuol dire porsi un limite impossibile e sforzarsi tutta la vita per raggiungerlo pur avendo la certezza di non raggiungerlo mai.. è stato bellissimo, per la prima volta mi è sembrato di sentire le parole del mio maestro di judo dentro ad un’aula. Questo professore ha fatto judo nella mia palestra per tanti anni, non so se ha fatto questo discorso perché c’ero io a sentirlo ma penso proprio di no. Penso non abbia fatto una bella impressione agli altri studenti, certamente per me è stato un momento importante, ha detto ciò che avevo bisogno di sentire per iniziare al meglio questo percorso.
saluti